NO AL TEST DEL PSA A TAPPETO
Dr. Bruno BORIONI

In un documento per la definizione delle linee guida sul cancro della prostata, gli esperti del Consiglio nazionale delle ricerche sconsigliano screening del Psa ‘di massa’ dopo i 50 anni

No al test del Psa ‘a tappeto’, per gli uomini dopo i 50 anni, per la diagnosi precoce del cancro della prostata. Meglio intervenire quando il tumore da’ sintomi: le chance di sopravvivenza non cambiano e si evitano interventi invasivi e probabilmente inutili. E’ la presa di posizione degli oncologi italiani, a margine del 40.esimo Congresso della Societa’ americana di oncologia medica (Asco) a New Orleans. E non solo. In un documento per la definizione delle linee guida su questo tipo di cancro, gli esperti del Consiglio nazionale delle ricerche sconsigliano screening del Psa ‘di massa’ dopo i 50 anni.

”Allo stato attuale delle conoscenze – viene sottolineato – non e’ lecito sottoporre indiscriminatamente la popolazione maschile a test diagnostici, quali il Psa, in assenza di sintomi basandosi unicamente sul maggiore rischio legato all’eta”’. Una raccomandazione in controtendenza rispetto alla linea americana di sottoporre all’esame del Psa quanti piu’ ultracinquantenni possibile.
Linea che ha portato a un aumento dei casi diagnosticati, ma non a una riduzione della mortalita’. In
Italia 40 mila uomini l’anno sono colpiti dal cancro della prostata, circa 10-11 mila muoiono.
”Questo test – spiega Roberto Labianca, presidente dell’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) – non e’ l’equivalente della mammografia o del pap-test per la diagnosi precoce dei tumori della mammella e dell’utero: non serve a ridurre la mortalita”’. L’esame del Psa, molecola ‘spia’ del cancro della prostata, ”ha senso in presenza di sintomi urologici, anche generici – afferma – come difficolta’ a urinare o stimolo frequente, o dolori”. Perche’ per questo tumore non c’e’ differenza di sopravvivenza se lo si scova in fase asintomatica o quando si e’ gia’ manifestato. Anzi, spesso si interviene anche invasivamente su un tumore che sarebbe rimasto ‘silente’ senza dare alcun problema, prova ne e’ ”che durante le autopsie – ricorda Labianca – in oltre il 30% degli uomini si scopre un cancro della prostata che non si era mai manifestato”. ”Questo test, dunque – aggiunge Carmelo Iacono, segretario dell’Aiom – non e’ lo strumento piu’ adatto per lo screening del tumore della prostata”.